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Mercato unico digitale: dal Parlamento europeo il Regolamento che vieta il geoblocking

di Antonella Sergi

 

L’Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell’Europa, basato sulla crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell’ambiente. Essa promuove il progresso scientifico e tecnologico”.

Art. 3, par. 3, TUE

Il progetto di far funzionare al meglio il mercato unico europeo è sempre stato centrale, nel corso della storia, per l’integrazione dei paesi dell’Unione. L’obiettivo consiste nel creare un grande mercato sovranazionale che inglobi i vari mercati nazionali, in uno spazio privo di frontiere interne nel quale è assicurata la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali, in conformità alle disposizioni dei trattati (art. 26 TFUE).

Quella di un mercato interno sottintende la necessità che il mercato comune acquisisca una struttura sempre più simile ad un mercato nazionale.

Il mercato unico digitale

Il mercato digitale, il c.d. e-commerce, nasce, si sviluppa e si diffonde negli ultimi decenni con il World Wide Web, la rete che ha reso internet alla portata di tutti.
L’Unione Europea tiene il passo allo sviluppo delle nuove forme di commercio e ai progressi tecnologici e si prefigge il mercato unico anche sulle piattaforme digitali, con lo scopo di abbattere le barriere normative dei 28 mercati nazionali interni che, di fatto, non agevolano il progetto di armonizzazione e integrazione nell’uso delle tecnologie e dei servizi digitali online. Il mercato unico digitale libero è una Proposta della Commissione europea che tocca settori quali il marketing digitale, il commercio elettronico e le telecomunicazioni. Negli ultimi tre anni ha perseguito risultati storici con l’abolizione delle tariffe di roaming, la modernizzazione della protezione dei dati, la portabilità transfrontaliera dei contenuti online, nonché, con riguardo agli ostacoli di tipo concorrenziale, l’abolizione delle pratiche di geo blocking, a breve disciplinata da un regolamento comunitario.

Geo blocking vs UE

Le pratiche di blocco geografico sono quelle pratiche in virtù delle quali il titolare gestore di un sito internet si avvale di una serie di sistemi tecnologici al fine di circoscrivere la commercializzazione di beni e servizi entro i propri confini nazionali, impedendo gli scambi con utenti transfrontalieri. Le barriere informatiche poste in essere dai gestori di e-commerce sono diverse: dal rifiuto delle transazioni alle carte di credito straniere, al rifiuto dell’accesso a internet laddove l’indirizzo IP di accesso al server non fosse del Paese di origine; l’impossibilità di completare un download di contenuti accedendo ad un sito all’estero; negare la consegna o il trasporto transfrontaliero di merci; fissare prezzi diversi per le stesse merci in base alla nazionalità dell’acquirente, del paese di consegna dell’indirizzo e della residenza del cliente. Tendenzialmente queste pratiche vengono sfruttate nei gruppi che hanno delle subsidiary in altri paesi europei: digitando il loro sito internet automaticamente avviene un re indirizzamento. Siamo alle prese con pratiche anticoncorrenziali che determinano un’effettiva compartimentazione del mercato che le normative comunitarie puniscono.

Distribuzione in UE: gli accordi verticali

Un’altra pratica molto diffusa è quella di vietare a distributori che si trovano in uno stato membro di vendere ai consumatori che si trovino in un altro stato membro, il c.d. divieto di vendite nel territorio non in esclusiva. In tal senso, l’Unione Europea con il Regolamento 330/2010, in materia di accordi verticali, disciplina le vendite c.d. passive ove, per vendita passiva, si intende “la risposta ad ordini non sollecitati di singoli clienti, incluse la consegna di beni o la prestazione di servizi a tali clienti” (par. 51 delle Linee direttrici della Commissione), che si trovano al di fuori del territorio concesso in esclusiva.

Secondo il Regolamento, la concessione di un territorio in esclusiva consente ai distributori di impedire le vendite c.d. attive, le vere vendite, che mostrano al potenziale cliente quali sono i suoi bisogni e contestualmente indica la soluzione illustrando specifiche e vantaggi di quel prodotto o servizio, al di fuori del mercato concesso in esclusiva.

Conclusioni

Concludendo, se l’Europa da un lato vuole porre fine alle pratiche commerciali che snaturano l’essenza borderless di internet e dell’Unione, dall’altro mantiene ancora solide le barriere alla trasmissione e alla circolazione dei contenuti protetti da copyright. Infatti, la direttiva Satellite and Cable (SatCab) votata il 13 dicembre scorso dal Parlamento Europeo, ha respinto alcuni articoli di questa normativa che portavano l’industria audiovisiva verso un mercato più libero di contenuti, permettendo a un operatore di ritrasmettere in tutta Europa contenuti per i quali aveva acquisito i diritti nel paese d’origine. La preoccupazione per la perdita dei diritti d’autore del settore audiovisivo, ha messo in allarme l’intero settore che ha rischiato di vedere con la digitalizzazione e la fruizione dei contenuti audiovisivi gratuiti la mancanza di ritorno in termini economici dei diritti d’autore.

Tuttavia la commissione europea avrà l’obbligo di valutare entro due anni se il divieto di geo blocking debba essere esteso anche a tali contenuti. Finita l’era del geo blocking si entrerà nella nuova era del mercato digitale comune.

 


Bibliografia

CASSANO G, SCORZA G., VACIAGO G. (a cura di), Diritto dell’Internet, manuale operativo, casi, legislazione, giurisprudenza, CEDAM, Padova, 2012.

PARACAMPO M.T. (a cura di), FinTech. Introduzione ai profili giuridici di un mercato unico tecnologico dei servizi finanziari, Giappichelli, Torino, 2017.

Sitografia

CUGIA CUOMO & ASSOCIATI (a cura di), EU Parliament banned “geo-blocking”, 6 febbraio 2018.

GIANNI, ORIGONI, GRIPPO, CAPPELLI & PARTNERS, Legal update, antitrust: Nuove norme in materia di accordi verticali, giugno 2010.

Documenti ufficiali

Commissione europea, Geo-blocking, Digital Single Market, 2 marzo 2018.

Commissione Europea, Full report on the public consultation on the review of the EU Satellite and Cable Directive, 4 maggio 2016.

Consiglio europeo, Conclusioni, 23 giugno 2017.

Consiglio europeo, Proposta di regolamento sui blocchi geografici, 30 maggio 2016.

MONTI M., Rapporto al Presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, Una nuova strategia per il mercato unico al servizio dell’economia e della società europea, 9 maggio 2010.

Video

Digital Single Market, Improving access to digital goods and services.


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