La videosorveglianza è senza dubbio una componente essenziale per la sicurezza di aziende ed enti pubblici, ma anche di privati cittadini. L’installazione di telecamere in spazi interni ed esterni consente di prevenire intrusioni indesiderate e raccogliere prove utili per rifarsi in ambito legale.
È bene però tenere presente che l’utilizzo delle immagini registrate è soggetto a rigide normative in materia di privacy, soprattutto nell’Unione Europea, dove il GDPR, ovvero il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati impone limiti e obblighi precisi.
Comprendere cosa è lecito fare con i filmati raccolti è dunque imprescindibile per evitare sanzioni e garantire il corretto equilibrio tra sicurezza e tutela dei diritti individuali. Specialmente in ambito aziendale è perciò fortemente consigliato affidarsi a partner specializzati in videosecurity, per assicurarsi di avere sempre tutele e supporto di livello assoluto.
Requisiti legali per l’installazione e la registrazione di sistemi di videosorveglianza
L’installazione di un sistema di videosorveglianza richiede il rispetto di specifici principi previsti dal GDPR e dalle Linee guida del Garante per la Protezione dei Dati Personali. Tra queste:
- Finalità specifica: determina lo scopo del sistema di videosorveglianza, come ad esempio la tutela del patrimonio o la sicurezza dei lavoratori;
- Informativa visibile: in presenza di sistemi di videosecurity è obbligatorio informare i soggetti ripresi tramite appositi cartelli ben visibili, contenenti almeno finalità e titolare del trattamento, oltre ai diritti dell’interessato;
- Limitazione del campo visivo: le telecamere devono inquadrare solo le aree di pertinenza, evitando luoghi pubblici o spazi privati altrui a meno di specifiche autorizzazioni.
- Durata limitata della conservazione: i filmati catturati possono essere conservati solo per il tempo necessario al raggiungimento della finalità (in genere compreso tra 24 e 72 ore), salvo eventi eccezionali che giustifichino un’estensione;
- Protezione dei dati: è obbligatorio adottare misure di sicurezza tecniche e organizzative per proteggere le immagini da accessi non autorizzati.
Nel caso specifico della videosecurity in ambiente di lavoro, l’installazione di telecamere per il controllo a distanza dei dipendenti deve avvenire previo accordo sindacale o autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro. Qualora si trascurasse quest’aspetto, il trattamento delle immagini sarebbe illegittimo.
Videosecurity: norme per l’utilizzo e diffusione delle immagini registrate
Le immagini raccolte dai videosistemi di sorveglianza possono essere utilizzate solo in circostanze specifiche e ben regolamentate. I casi più frequenti sono tre:
- Utilizzo interno: il titolare del trattamento può visionare i filmati per finalità di sicurezza o controllo, nel rispetto delle limitazioni previste dalle norme;
- Utilizzo come prova: le immagini dei sistemi di videosicurezza possono essere utilizzate come prova in un procedimento civile o penale, a patto che la loro acquisizione sia stata lecita;
- Richiesta da parte dell’interessato: un soggetto ripreso può richiedere l’accesso alle immagini, o anche la loro cancellazione, se identificabile nel video e in assenza di limitazioni legittime al rilascio.
È fondamentale tenere a mente che la diffusione delle immagini via social network o messaggi privati, in assenza di un motivo giuridico valido e senza il consenso dei soggetti ripresi è vietato. Farlo può infatti costituire una violazione della privacy e, in alcuni casi, un reato.